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pag. 2

dinale Lercaro e, successi-

vamente, grazie a monsi-

gnor Fraccaroli. Oggi la Fon-

dazione conta un totale di

1600 opere, in cui la parte

preponderante è riservata

alla scultura nei più dispa-

rati materiali (bronzo, ferro,

terracotta e ceramica), an-

che se non mancano rile-

vanti esempi di pittura. Pe-

culiarità della raccolta resta

dunque l’attenzione per la

scultura: una precisa scelta

dovuta in parte al piacere

dei materiali che consen-

tono suggestivi effetti di

luci e ombre, e in parte alla

volontà di aprirsi verso una

forma d’arte sovente trascu-

rata per i maggiori costi e

quindi meno diffusa e nota

al grande pubblico. Seguendo

una tale impostazione, la

Fondazione si configura come

una delle più ricche colle-

zioni italiane di opere pla-

stiche, tra cui spiccano ben

23 opere di GiacomoManzù

(maestro che fu molto vi-

cino al cardinale), 9 sculture

di Marino Marini, 10 pezzi

di Arturo Martini, 4 bronzi

di Medardo Rosso, senza

contare le opere di France-

scoMessina, Giorgio de Chi-

rico (emblematicamente

rappresentato con la scul-

tura

Grande Archeologo

del

1968), in un percorso dav-

vero ricco che arriva alla scul-

tura

Totem

di Mirko fino ad

alcuni rilievi di Lucio Fon-

tana. Gli artisti presenti sono

numerosi: si parte dal XIX

secolo con opere di Vincenzo

Vela e Giuseppe Grandi,

proseguendo con i primi del

Novecento con nomi quali

Leonardo Bistolfi, Libero

Andreotti, AdolfoWildt, a

cui vanno aggiunti i prota-

gonisti stranieri come Max

Ernst (con l’inquietante

Oi-

seau

-

Tête

del 1955-56), Agu-

ste Rodin, Ernst Barlach,

Henry Moore, tanto per ci-

tare solo i più noti. Non

mancano infine i dipinti e

la grafica d’autore con im-

portanti presenze di Gia-

como Balla, Giorgio Mo-

randi, Filippo De Pisis, Cor-

rado Cagli, Renato Guttuso

e Salvatore Fiume, oltre ai

tanti altri tra i più e meno

conosciuti.

L’apertura della nuova sede

espositiva che ospita la Rac-

colta Lercaro nel cuore di

Bologna (Via Riva Reno 57)

consente di esporre circa 550

opere, che si distendono in

ambienti ampi e luminosi

in costante dialogo con il

chiostro centrale, attorno al

quale si snodano i tre livelli

per un totale di circa 1800

mq. Grazie all’attuale alle-

stimento si riesce a godere

pienamente della bellezza

delle opere che si snodano

lungo un percorso cronolo-

gico e tematico, mirato a va-

lorizzare le varie persona-

lità artistiche nello scambio

fra diversi linguaggi. Si pre-

vede inoltre di poter pre-

sentare al pubblico le altre

opere, che saranno di volta

in volta allestite in speci-

fiche rassegne nella sala ini-

ziale, dedicando inoltre al-

cune spazi particolari a quelli

che si possono considerare

come i veri e propri “soci

fondatori” della Raccolta (i

bolognesi Enzo Pasqualini,

Aldo Borgonzoni, Pompi-

lio Mandelli e Ilario Rossi)

o altri che hanno lasciato

consistenti donazioni alla

Fondazione.

Sculture a tema religioso e

sculture a tema laico inter-

pretano liberamente il gu-

sto di una raccolta che con-

tinua a stupire nel tempo,

anche grazie alle recenti ac-

quisizioni che stabiliscono

un forte legame di conti-

nuità con il passato senza

nessuna preclusione di tipo

ideologico, ma seguendo

l’impostazione e l’apertura

volute dal suo fondatore, poi

perpetuate dal suo succes-

sore monsignor Arnaldo

Fraccaroli.

La raccolta Lercaro testimo-

nia così un’autentica aper-

tura culturale e disponibile

al confronto con proposte e

realtà differenti, secondo un

atteggiamento che garanti-

sce all’Istituto un ampio rag-

gio di azione e di intervento

verso chi nel mondo dell’arte

ha a cuore la ricerca e l’ap-

profondimento. Una possi-

bilità, soprattutto per i gio-

vani, di affinare la propria

sensibilità culturale ed ar-

tistica, secondo le precise fi-

nalità di carattere sociale,

culturale ed estetico volute

da Giacomo Lercaro, cardi-

nale incline per vocazione

verso ogni espressione del

bello.

federico poletti

dall’alto in senso orario

Mirko Basaldella: Totem

Medardo Rosso: Ecce Puer

Giò Pomodoro: Doppio Trave

Giorgio Morandi: Cortile in via Fondazza