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La recente esposizione della

Madonna Litta

, proveniente

dall’Ermitage di San Pietro-

burgo, consente non solo una

riflessione su questo capola-

voro tanto dibattuto tra gli

studiosi,ma anche sullo stesso

“fare artistico” di Leonardo

e sul suo metodo composi-

tivo nell’elaborare il tema

della Vergine con Bambino.

Va ricordato infatti come

l’esecuzione di un’opera raf-

figurante la Madonna e il

Bambino, sia essa destinata

per la devozione pubblica o

per quella privata, costitui-

sca nel XVI secolo un

test

di primaria importanza nel

settore della produzione ar-

tistica. Il tema della mater-

nità, associato all'evocazione

della divinità, implicando

una vasta gamma di richiami

che spaziano dalla sfera de-

gli affetti all'esperienza reli-

giosa personale, era un tipo

di oggetto richiesto costan-

temente. Proprio tali opere,

prodotte in gran numero,

valgono a saggiare la volontà

e la capacità di innovare del-

l’artista costretto a misurarsi

con la tradizione e con le

richieste dei committenti.

In tale senso è già stato ri-

levato il ruolo centrale di Leo-

nardo, che aveva già elabo-

rato diverse soluzioni del

tema della

Madonna col Bam-

bino

, sia durante il periodo

di apprendistato nella bot-

tega del Verrocchio, sia al-

l’inizio della sua attività come

maestro indipendente. Si

tratta di opere in cui l’arti-

sta introduce modifiche agli

schemi tradizionali e soprat-

tutto novità di ordine stili-

stico.

Il percorso può iniziare dalla

Madonna del garofano

(Mo-

naco, Alte Pinacothek), uno

dei lavori giovanili di Leo-

nardo, e datato alla metà de-

gli anni Settanta del Quat-

trocento: un’opera che non

incontrò il favore immediato

dei critici che la giudicarono

una creazione poco riuscita.

Se per certi versi il modo di

rendere le figure (come si

trattasse di un rilievo) e la

stessa Vergine rimandano a

modelli sperimentati dal suo

maestro, Andrea Verrocchio,

la tavola presenta già alcune

novità importanti: il Bam-

bino di Leonardo è infatti un

vero neonato, nudo, quasi

senza capelli e verosimile dal

punto di vista anatomico. Il

suomovimento e la sua espres-

sione sono motivati dal pro-

tendersi verso il garofano che

dà nome al quadro. Si ha qui

una prima accentuazione

emotiva del rapporto trama-

dre e figlio che costituisce un

fattore innovativo – stilistico

e iconografico insieme – che

ritroveremo nelle successive

Madonne (

MadonnaDreyfuss,

Madonna Benois

e nella più

tarda

Madonna Litta

). Diver-

samente da Verrocchio, nella

Madonna del garofano

Leo-

nardo ha collocato il gruppo

sacro in un interno dome-

stico, ritraendo la Vergine

tra due finestre ad arco dalle

quali si apre un paesaggio

roccioso. Il trattamento del

chiaroscuro è un’altra impor-

tante innovazione di questa

tavola: i personaggi risaltano

dal fondo scuro e le forme

sono definite dal sapiente uso

delle luci e delle ombre, come

un rilievo bronzeo: stilemi

che anticipano le sofisticate

soluzioni luministiche delle

opere della maturità. Nella

Madonna del garofano

Leo-

nardo sviluppò inoltre il mo-

tivo della figura recante dei

fiori che ricomparirà nella

successiva

Madonna Benois

,

conservata all’Ermitage di

San Pietroburgo e datata alla

fine degli anni Settanta del

Quattrocento. Confrontando

quest’opera con la precedente

si ha quasi la sensazione che

Leonardo, con la scelta della

tipologia della Vergine-Bam-

bina e con un’ambientazione

dimessa, abbia voluto con-

traddire il modello prece-

dentemente sviluppato nella

Madonna del garofano

(non

tanto per l’età della protago-

nista quanto per l’abbiglia-

mento e l’acconciatura, la

posa e la qualità dell’interno).

Si rilevano ancora tracce del-

l’influsso del Verrocchio (nel

Le Madonne con Bambino di Leonardo

n° 313 - gennaio 2004

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Direttore Responsabile

Lucia Aleotti -

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Leonardo: Madonna Litta - San Pietroburgo, Ermitage

Leonardo: Studio per Madonna Litta

Windsor, Royal Library