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pag. 2

tettonici nella loro ieratica

fissità, che privilegia l’aspetto

monumentale e iconico ri-

spetto a quello narrativo.

I cartoni esposti a Bologna

restano, insieme alle foto

d’epoca, l’unico documento

di quale fosse l’aspetto del-

l’affresco voluto da Sironi.

Infatti l’opera fu sottopo-

sta dopo la guerra ad un pe-

sante lavoro di ridipintura,

sia per ovviare ai danni ri-

portati durante un bom-

bardamento, sia per elimi-

nare tutti i riferimenti sim-

bolici al passato regime.

Una sorte poco felice ebbe

anche l’affresco per l’Aula

Magna di Ca’ Foscari, nel-

l’ateneo veneziano, deco-

rata nel 1936 da Sironi con

l’affresco

Venezia, l’Italia e

gli Studi

. Vi figurano i sim-

boli della gloria di Vene-

zia, il Leone e la basilica di

SanMarco, insieme a figure

allegoriche di impiantomo-

numentale e di aspetto scul-

toreo: l’opera fu purtroppo

gravemente danneggiata

nel 1979 a causa di un in-

cendio.

Nel 1936, a Sironi venne

commissionato un pannello

inmosaico per il nuovo Pa-

lazzo di Giustizia di Mi-

lano, progettato dall’archi-

tetto Piacentini. Sironi aveva

già utilizzato questa tec-

nica per lo scalone della

Triennale del 1936: il mo-

saico

L’Italia corporativa

,

realizzato su pannelli smon-

tabili, venne esposto in di-

verse sedi, fino alla sua col-

locazione definitiva presso

il Palazzo dell’Informazione

diMilano, dove si trova tut-

tora. Scrivono i curatori

della mostra bolognese a

proposito de

L’Italia corpo-

rativa

: «assenti ogni riferi-

mento prospettico e ogni

illusionismo spaziale, le fi-

gurazioni dei lavoratori,

dellamadre, della casa ospi-

tale e dei “miti eterni” di

Roma ci si presentano in

un’intelaiatura astratta, or-

ganizzata secondo piani e

scansioni architettoniche,

come se l’operamusiva stessa

fosse un’immensa costru-

zione, e sospinte nella di-

mensione atemporale del

mito a rappresentare, con

un’evidenzamai prima così

pienamente raggiunta, la

visione, etica, estetica ed

utopica che Sironi si era an-

dato formando».

Il mosaico per il Palazzo di

Giustizia, che fu comple-

tato solo nel 1939, raffi-

gura

La Giustizia fiancheg-

giata dalla Legge

, e accen-

tua ulteriormente i carat-

teri di statica e scultorea ie-

raticità che caratterizzavano

le figure sironiane.

Negli stessi anni, Sironi

torna a realizzare una ve-

trata, l’unica sua opera mo-

numentale di soggetto sa-

cro, raffigurante

L’Annun-

ciazione

, destinata all’abside

della chiesa dell’ospedale

milanese di Niguarda; l’ar-

tista era allo stesso tempo

impegnato nella decora-

zione scultorea dell’odierno

Palazzo dell’Informazione

a Milano, realizzata in

marmo di Carrara e com-

prendente numerosi fregi

decorativi e un grande bas-

sorilievo, completata nel

1941.

Si trattò per Sironi dell’ul-

tima opera appartenente

alla fase della Grande De-

corazione: le vicende della

guerra imponevano una so-

spensione alle grandi opere

pubbliche, e negli anni suc-

cessivi alla fine della guerra

l’artista non ricevette più

questo tipo di commissioni.

Tornato alla pittura da ca-

valletto, Sironi dichiarò che

anche le opere di piccolo

formato rappresentavano

comunque «frammenti di

opere murali, attimi del-

l’immenso studio della pit-

toricità murale», come te-

stimoniano i numerosi

schizzi e bozzetti realizzati

non in vista di opere effet-

tivamente commissionate,

ma come studio e appro-

fondimento della poetica

della decorazione monu-

mentale, quasi seguendo

un’insopprimibile esigenza

interiore.

Così concludono l’introdu-

zione al catalogo della ras-

segna bolognese i due cu-

ratori, Andrea e Romana

Sironi: «L’eredità che ci è

pervenuta della stagione

monumentale di Sironi è,

da un lato, una serie di opere

tra le più emblematiche e

significative dell’epoca, o

il loro ricordo nei molti casi

in cui non sono sopravvis-

sute al tempo. Ed è anche

una poetica, elaborata da

Sironi con slancio, lucida

passione e convinzione pro-

fonda. Forse, le opere espo-

ste in questa mostra sono

da intendersi prima di tutto

come frammenti visibili

della tensione, dell’energia

e del

furor

di quell’incrol-

labile fede sironiana nella

Grande Decorazione».

donata brugioni

Mario Sironi: cartone preparatorio per l’affresco

Venezia, l’Italia e gli Studi

nell’Aula Magna

dell’Università di Venezia