27 - giugno 2017 -
Minuti
l’utilizzazione di questi esami per lo
screening
di
donne esposte ad un rischio intermedio non dimi-
nuisce il rischio di morte, e sarebbe anzi associata
ad un aumento dei rischi;
32
uno studio condotto
nel Regno Unito ha invece descritto effetti benefici
derivanti dallo
screening
anche in assenza di un so-
stanziale aumento dei rischi.
33
Lo studio denominato
Prostate, Lung, Colorectal
and Ovarian Cancer Screening Trial
, condotto nel
periodo compreso tra 1993 e 2001, ha suddiviso
donne di età compresa tra 55 e 74 anni in un gruppo
di controllo (n=39.111) ed in un gruppo (n=39.105)
sottoposto ad esami annuali di CA125 per un pe-
riodo di 6 anni, nonché ad esami annuali con
ecografia transvaginale per 4 anni. Dopo un periodo
medio di
follow-up
di 12,4 anni, nelle donne sot-
toposte a
screening
è stato descritto un tasso più ele-
vato (+21%) di diagnosi di carcinoma ovarico, non-
ché un tasso di mortalità più elevato (+18%).
32
Il
tasso di mortalità più elevato era presumibil-
mente attribuibile ai risultati falso-positivi riscon-
trati in 3.285 donne; 1.080 di tali donne sono state
successivamente sottoposte ad un intervento chi-
rurgico, che nel 15% dei casi è risultato associato a
gravi infezioni ed a complicanze cardiovascolari,
polmonari e di altro tipo. I risultati falso-positivi
sono spesso attribuibili a lesioni ovariche con basso
potenziale di rischio di evolvere in un carcinoma
con esito letale. In uno studio, ad esempio, solo una
paziente su 22 con lesioni di questo tipo ha svilup-
pato un carcinoma nell’arco di 3 anni.
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Dati recentemente pubblicati, raccolti nell’ambito
dello studio denominato
United Kingdom Collabo-
rative Trial of Ovarian Cancer Screening
, forniscono
indicazioni promettenti sull’efficacia dello
scree-
ning
. Lo studio ha reclutato nel Regno Unito, nel
periodo compreso tra 2001 e 2005, 202.638 donne
in post-menopausa di età compresa tra 50 e 74 anni.
Le donne sono state suddivise in maniera rando-
mizzata in gruppi sottoposti a
screening
multimo-
dale con frequenza annuale,
screening
con la sola
ecografia transvaginale con frequenza annuale, op-
pure a nessuno
screening
. Lo
screening
multimodale
prevedeva l’utilizzazione di un algoritmo basato sul-
Sistema SORT (
Strength of Recommendation Taxonomy
, Tassonomia della forza delle evidenze):
Indicazioni per la pratica clinica
Indicazione clinica
Livello di
evidenza
Referenze
bibliografiche
Sono indicati esami di
imaging
diagnostico mediante ecografia transvaginale nei casi di forte so-
spetto clinico per carcinoma ovarico, in base alla presentazione clinica o al riscontro di una massa
pelvica
C 17, 23, 25
USPSTF e AAFP non consigliano lo
screening
di
routine
per il carcinoma ovarico in donne asintomatiche A 16, 35
USPSTF e AAFP consigliano che donne con una storia familiare associata a un aumento del rischio
di mutazioni pericolose BRCA
*
debbano ricevere un
counseling
genetico
A 35, 36
American College of Physicians
non consiglia l’esecuzione di
routine
di esami pelvici a scopo di
scree-
ning
in donne asintomatiche
C
37
AAFP =
American Academy of Family Physicians
; USPSTF = U.S.
Preventive Services Task Force
*
USPSTF considera una storia familiare ad alto rischio nei casi di una donna con 2 o più parenti di primo o di secondo grado con una
storia di carcinoma ovarico, o di una combinazione di carcinoma ovarico e di carcinoma della mammella; oppure di una donna di etnia
ebrea Askhenhazi con un parente di primo grado (o due parenti di secondo grado dallo stesso lato della famiglia) con carcinoma della
mammella o ovarico.
A = Evidenza coerente, di buona qualità e orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità
limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per
informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito
http://www.aafp.org/afpsort.xmlTabella 5.
Indicazioni riguardanti la sorveglianza
per il carcinoma ovarico epiteliale
Visite di controllo da parte di un oncologo ginecologico
ogni 2-4 mesi per 2 anni, e successivamente ogni 3-6 mesi
per 3 anni; visite annuali dopo 5 anni (a questo punto la
sorveglianza può essere affidata al medico di base)
Esame obiettivo comprendente un esame pelvico
Esami per l’antigene tumorale CA125 o per altri marcatori
tumorali (nei casi con livelli elevati in occasione della va-
lutazione iniziale)
Richiesta di
counseling
genetico, nei casi in cui non era stato
precedentemente iniziato
Emocromo ed esami ematochimici, in base alle indicazioni
cliniche
Tomografia computerizzata di torace/addome/pelvi,
imaging
mediante risonanza magnetica, tomografia computerizzata
– tomografia a emissione di positroni, oppure tomografia
a emissione di positroni, in base alle indicazioni cliniche
Radiografia del torace, in base alle indicazioni cliniche
Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 39