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39 - settembre 2019 - Minuti l’enzima di conversione dell’angiotensina e di far- maci che bloccano i recettori dell’angiotensina. Se- condo uno di questi studi i pazienti trattati con li- sinopril presentavano un numero minore di giorni con emicrania rispetto ai pazienti trattati con pla- cebo (14,5 giorni rispetto a 18,5 giorni [IC al 95% compreso tra 9 e 34 giorni]). 24 Gli studi condotti su farmaci che bloccano i recet- tori dell’angiotensina hanno fornito risultati non univoci. Uno studio ha descritto una diminuzione dei giorni con emicrania ( end point secondario) in pazienti trattati con candesartan, mentre in un al- tro studio, di confronto tra telmisartan e placebo, non sono state descritte diüerenze. 25,26 Nella prevenzione dell’emicrania lisinopril e can- desartan vengono considerati possibilmente eý- caci, mentre il telmisartan viene giudicato possi- bilmente ineýcace. 9 Tabella 5. “Perle di saggezza” per il trattamento farmacologico nella profilassi dell’emicrania Beta-bloccanti (es. propranololo, metoprololo) Opzione valida nei pazienti con ipertensione, angina, cardiopatia ischemica; classe di farmaci più comu- nemente utilizzata nella prevenzione dell’emicrania Effetti collaterali: depressione, disfunzione erettile, affaticamento precoce, letargia, incubi notturni; monitorare il paziente per la comparsa di bradicardia e ipotensione Evitare in pazienti con asma, disturbi di conduzione atrioventricolare, bradicardia, broncopneumopatie croniche ostruttive Dosaggio: iniziare con dosaggi bassi e monitorare frequenza cardiaca e pressione arteriosa Amitriptilina Opzione valida in pazienti con depressione o insonnia; classe di farmaci efþcace, ma caratterizzata dal rischio più elevato di effetti collaterali Effetti collaterali: sedazione ed effetti collaterali anticolinergici, dosaggio-dipendenti, sono i più comuni (visione confusa, stipsi, secchezza delle fauci, palpitazioni, tachicardia, ritenzione urinaria); sono pos- sibili anche alterazioni della conduzione cardiaca, ipotensione ortostatica, allungamento dell’intervallo QT e aumento ponderale Evitare in pazienti anziani, in pazienti con ipertroþa prostatica benigna, glaucoma, convulsioni (abbassa la soglia per le convulsioni); da utilizzare con cautela in pazienti cardiopatici Dosaggio: iniziare con basse dosi, assunte prima di coricarsi; i pazienti con patologia depressiva associata possono inþne necessitare di dosaggi più elevati per trattare la depressione Venlafaxina Opzione valida in pazienti con depressione o ansia associate Effetti collaterali: frequenti nausea e vomito Evitare in pazienti con ipertensione non controllata, in quanto può determinare un aumento della pres- sione arteriosa Dosaggio: quando si interrompe la somministrazione ridurre progressivamente i dosaggi, per evitare una sindrome da interruzione della somministrazione Divalproex Opzione valida in pazienti con disturbi convulsivi o disturbo bipolare Effetti collaterali: disturbi gastrointestinali, nausea, sonnolenza e vomito sono i più comuni. In una fase tardiva del trattamento possono svilupparsi tremori e alopecia. Il rischio di insufþcienza epatica, pancrea- tite e trombocitopenia rende necessario un monitoraggio periodico di laboratorio. Se si sospetta una scarsa aderenza al trattamento prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli di acido valproico Evitare in donne in gravidanza (rischio di difetti del tubo neurale) o con epatopatie Dosaggio: iniziare con 250-500 mg al giorno; se si teme una scarsa aderenza alla prescrizione monitorare i livelli di acido valproico Topiramato Opzione valida in pazienti con disturbi convulsivi Effetti collaterali: i più comuni sono le parestesie. Frequenti sono anche dolore addominale, affatica- mento precoce, difþcoltà di memoria e di concentrazione, calcoli urinari, nausea, alterazioni del gusto, vomito e calo ponderale. Monitorare per la presenza di dolore oculare, in quanto sono possibili (anche se raramente) miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso. Il rischio di epatotossicità e di acidosi meta- bolica rende necessario un monitoraggio di laboratorio periodico Evitare in donne in gravidanza (rischio di schisi orale) o in pazienti con glaucoma, calcoli urinari, pato- logie epatiche Dosaggio: aumentare il dosaggio di 15-25 mg la settimana þno a raggiungere 50-100 mg. Possibili ulteriori incrementi in caso di necessità. Dosaggi superiori a 200 mg possono ridurre l’efþcacia di contraccettivi orali Informazioni tratte dalla referenza bibliograÿca 8
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