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27 - settembre 2019 - Minuti Il trattamento della sindrome da stress tibiale mediale è di tipo conservativo. Sono indicati un periodo di ri- poso relativo ed esercizi di allungamento dei muscoli del polpaccio; esistono infatti evidenze che legano la sindrome da stress tibiale mediale con contratture a livello di soleo e tibiale posteriore. 59 Secondo una recente review sistematica non esistono evidenze di elevata qualità in favore di interventi alternativi; due studi di piccole dimensioni hanno suggerito pos- sibili eüetti beneþci derivanti dalla terapia con onde d’urto. 59 Fratture tibiali da stress Nei corridori la tibia è la sede più frequente di frat- ture da stress, seguita dall’osso navicolare del tarso, metatarsi, femore e pelvi. 60 Le fratture da stress tibiali si sviluppano frequentemente in seguito ad au- menti improvvisi del livello di attività, e sono asso- ciate alla cosiddetta “triade dell’atleta femmina” (sin- drome caratterizzata da scarsa disponibilità di ener- gia [con o senza disturbi del comportamento ali- mentare], amenorrea/oligomenorrea e ridotta den- sità minerale ossea [NdT]); in tale patologia la per- dita di densità minerale ossea sarebbe attribuibile ad una nutrizione insuýciente e ad una diminuzione dei livelli di estrogeni. 61 Così come la sindrome da stress tibiale mediale, le fratture tibiali da stress cau- sano dolore e dolore alla palpazione, più frequente- mente localizzati al terzo intermedio o distale della faccia anteriore della tibia. 57 I pazienti con dolore si- gniþcativo o diýcoltà di deambulazione dovrebbero sottoporsi ad un esame MRI. 58 Il trattamento delle fratture tibiali da stress comprende la cessazione temporanea (6-8 settimane) dell’attività di corsa, mentre il carico del peso corporeo può es- sere mantenuto, con l’eccezione dei casi in cui la de- ambulazione risulta dolorosa. Il ritorno all’attività sportiva deve essere lento, e dipende dall’intensità del dolore. 61 Cicli di bendaggi pneumatici, terapia con ultrasuoni, integrazioni di vitamina D non hanno evidenziato risultati univoci. 62 In caso di mancata riu- nione dei capi di frattura si può prendere in conside- razione una terapia chirurgica. Secondo una review sistematica atleti con frattura tibiale da stress possono necessitare di 3-10mesi prima di ritornare all’attività sportiva. 63 Fonti dei dati È stata condotta una ricerca bibliogra- þca su PubMed utilizzando le parole chiave running injuries e runners . Dopo aver identiþcato le principali lesioni sono state condotte ricerche per ciascuna le- sione speciþca. La ricerca ha riguardato review siste- matiche, meta-analisi, studi randomizzati e control- Figura 4. Allungamento passivo della fascia plantare nel trattamento della fasciopatia plantare (fascite plantare). Sistema SORT: Principali raccomandazioni per la pratica clinica Raccomandazione clinica Livello di evidenza Referenza bibliograÿca Gli esercizi eccentrici rappresentano la terapia primaria di pazienti con tendinopatie del tendine rotuleo e del tendine di Achille A 11, 12, 14, 15 In pazienti con dolore femoro-rotuleo la terapia con l’esercizio deve comprendere esercizi di raffor- zamento del tronco e degli arti inferiori, associati a esercizi per la ÿessibilità degli arti inferiori A 23 In pazienti con sindrome della banda ileo-tibiale la terapia con l’esercizio deve comprendere eser- cizi di rafforzamento degli abduttori dell’anca, ed esercizi di allungamento dei muscoli ischio- crurali e della banda ileo-tibiale B 29 In seguito a una distorsione della caviglia sono indicati bendaggi funzionali della caviglia durante la corsa, per 6-12 mesi, allo scopo di migliorare la stabilità e prevenire le recidive A 37 In pazienti con fasciopatia plantare (fascite plantare) sono indicati apparecchi ortosici del piede. Non esi- stono evidenze di una superiorità di ortosi fatte su misura rispetto a ortosi disponibili commercialmente A 46, 47 Nel trattamento di una tendinopatia dei muscoli ischio-crurali vanno presi in considerazione gli esercizi eccentrici C 18, 54 A = evidenza coerente, di buona qualità, orientata sul paziente; B = evidenza scarsamente coerente o di qualità limitata, orientata sul paziente; C = documento di consenso tra esperti, evidenza orientata sulla malattia, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informa- zioni sul sistema di stadiazione delle evidenze SORT si veda il sito http://www.aafp.org/afpsort

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