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Carcinoma prostatico localizzato: le opzioni terapeutiche STEPHEN BRAWLEY, RAVINDER MOHAN, CHRISTOPHER D. NEIN East Virginia Medical School, Portsmouth, Virginia (USA). Negli Stati Uniti un carcinoma della prostata viene diagnosticato, nel corso della vita, in un soggetto maschio ogni 7. Nella maggior parte dei casi il carcinoma è localizzato, e solo un soggetto maschio ogni 39 muore a causa della malattia. La diagnosi di carcinoma della prostata avviene più frequentemente in seguito alla de- terminazione dei livelli sierici dell’antigene prostata-speciþco. Le linee-guida proposte da National Compre- hensive Cancer Network utilizzano 4 principali fattori per stratiþcare il rischio di progressione della malattia o di recidive, nonché per deþnire il trattamento: stadio clinico; grado anatomo-patologico; livelli di antigene prostata-speciþco; aspettativa di vita adattata in base alle patologie associate. Nei pazienti con carcinoma della prostata ad alto rischio vanno prese in considerazione la prostatectomia radicale o la radioterapia a fasci esterni; queste indicazioni valgono indipendentemente dall’aspettativa di vita adattata in base alle patologie associate. I due trattamenti possiedono un’eýcacia quasi equivalente tra loro, ma sono caratterizzati da proþli di eüetti collaterali diversi. I pazienti sottoposti a prostatectomia radicale presentano, rispetto ai pazienti sottoposti a radioterapia, un rischio più elevato di sviluppare incontinenza urinaria o problemi di erezione. La brachitera- pia rappresenta un’opzione in pazienti con carcinoma a basso rischio e in alcuni pazienti con carcinoma a ri- schio intermedio. Nei pazienti con malattia a rischio basso o molto basso le opzioni terapeutiche comprendono anche un approccio di sorveglianza attiva. In questi casi il paziente viene seguito molto strettamente, e viene sottoposto a trattamenti invasivi solo in presenza di una progressione del carcinoma. La progressione del car- cinoma della prostata può essere indicata da un aumento del grado anatomo-patologico, da un signiþcativo aumento dei livelli di antigene prostata-speciþco, oppure da alterazioni riscontrate all’esplorazione rettale. ( Am Fam Physician . 2018; 97 (12): 798-805. Copyright © 2018 American Academy of Family Physicians ). I l carcinoma della prostata rappresenta, tra i ma- schi degli Stati Uniti, la terza più comune causa di morte da carcinomi; nel corso del 2017 il nu- mero di casi, sempre negli Stati Uniti, è stato pari a 161.000, con 26.700 decessi. 1,2 Una diagnosi di carcinoma della prostata riguarda, in una qualche fase della vita, un americano su 7. Nella maggior parte dei casi il carcinoma è localizzato, e solo un uomo su 39 muore a causa della malattia. 3 Inci- denza e tassi di mortalità sono più elevati tra i soggetti di razza nera. 3 Il trattamento del carcinoma della prostata localiz- zato può essere curativo, e il rischio di morte asso- ciato a carcinomi individuati mediante screening è basso anche nei casi in cui si decide in favore di un approccio di semplice osservazione attiva del pa- ziente. 4 Uno studio retrospettivo condotto negli Stati Uniti su 24.405 uomini ha descritto, in pa- zienti che avevano scelto un approccio terapeu- tico di osservazione attiva, tassi di mortalità asso- ciati al carcinoma della prostata pari al 29% nel- l’arco di 20 anni. 5 Secondo uno studio randomiz- zato e controllato condotto in Svezia, in pazienti con carcinoma a basso rischio la prostatectomia ra- dicale ottiene eûetti beneþci, in termini di so- pravvivenza speciþca per la malattia a 18 anni, ri- spetto a quanto descritto in pazienti sottoposti ad osservazione attiva. 6 I pazienti aûerenti a questi studi erano tuttavia aûetti da carcinomi di stadio più ele- vato rispetto a quelli tipicamente diagnosticati in seguito allo screening basato sulla determinazione dei livelli sierici di antigene prostata-speciþco ( pro- state-speciþc antigen , PSA). Secondo un altro stu- dio, in pazienti con carcinoma a basso rischio sot- toposti a sorveglianza attiva i tassi di mortalità a 10 anni speciþci per il carcinoma della prostata sareb- bero pari solo al 2,4%. 7 Il trattamento del carcinoma della prostata è asso- ciato a disfunzioni sessuali, urinarie e del colon; nei pazienti con carcinoma a basso rischio, inoltre, il trattamento migliora solo di 1,2 mesi la sopravvi- venza adattata alla qualità di vita. 8 Secondo uno stu- dio di coorte condotto negli Stati Uniti, il 55% dei pazienti con carcinoma a basso rischio che erano stati giudicati buoni candidati per un approccio di osservazione attiva hanno tuttavia optato per un trattamento iniziale con intento curativo. 9 L’ap- proccio di sorveglianza attiva è più frequente nei soggetti di razza nera e di etnia ispanica. 10 5 - novembre 2018 - Minuti

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